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STUDI VICHIANI
bisogno di aspettare il sorgere della ragione tutta spiegata
per credere nella divinità, scoprire la propria immortalità e
farsi un sistema di concetti universali, sebbene fantastici.
Fantastici, ma già veri, pregni di sapienza poetica, che ha
la sua logica, e precede quella dei filosofi. E lo spirito è sempre
tutto, ogni sapere e ogni virtù, anche nella sua infanzia; un
eterno sviluppo, un continuo progresso, onde l’uomo è
sempre lo stesso uomo e un uomo sempre diverso, attraverso
tutte le età della vita individuale e tutte le epoche che si
possono distinguere nella storia: un uscir d’infanzia e pro¬
cedere dalla fanciullezza all’età matura per tornare poi alle
origini, in un perpetuo ritmo di corsi e ricorsi, dalla barbarie
alla civiltà della « ragione tutta spiegata ». Questo ritmo
rende possibile un Medio Evo barbarico dopo le età luminose
di Grecia e di Roma, ma non va preso, s’intende, alla lettera,
poiché a base del processo temporale in cui le epoche si suc¬
cedono Vico vede una storia ideale eterna, in cui la succes¬
sione è contratta nell’ immanente vita dello spirito, dove
l’infanzia e la fanciullezza son dentro allo stesso adulto ;
come l’adulto è nel bambino; e la poesia non è cacciata di
nido dalla filosofia, ma ne è come l’anima interna e la sca¬
turigine segreta.
Mai filosofo aveva visto così addentro nei recessi dello
spirito, e compreso come Vico la serietà della poesia, cioè
della forma più ingenua e primitiva dello spirito; che i filosofi,
da Platone a Cartesio, tendevano piuttosto a disprezzare,
quasi che la ragione — con le idee innate di Platone, e le
idee chiare e distinte di Cartesio — fosse una subitanea e
immediata rivelazione, una luce trascendente che potesse a
un tratto folgorare e distruggere, come inadeguati e vani
tentativi, le forme inferiori dello spirito.
Per Vico nel piccolo c’è il grande; nella poesia la serietà
e il significato della più illuminata sapienza: ogni forma,
completa coscienza nell'uomo della sua interiore divinità.
E questa fin da principio presente nella religione, madre
d’ogni umanità, e però d’ogni civiltà: anch’essa destinata a
purificarsi e ad elevarsi dalle concezioni materiali a quelle più
astratte e ideali: ma palese sempre in ogni forma anche in