I
L' ANGIOLA
Capitolo serio-burlesco di Francesco Vespoli l.
Donn’Angiola Cimina era una donna,
Ch’eccetto quando stava ignuda in letto,
Come ogni altra portò sempre la gonna.
Sol piacevale andar col busto stretto,
Onde poi vogliono i contemplativi,
Che le venisse l’asma e '1 mal di petto.
Benché da certi cicisbei corrivi,
Che tur della buon’anima divoti,
Ma d’ogni di lei grazia e favor privi;
Dico di certi poetuzzi ignoti,
Pieni di boria e di presunzione,
Senza creanza e di scienza vuoti,
1 Da una copia esistente in un volume miscellaneo ms. posseduto
dalla Soc. nap. di st. patria (XXII, c. 12) da carta io a c. 21. Nello
stesso volume precede un Capitolo di D. Francesco Vespoli sopra il
Genio alemanno, anch'esso in terzine; diretto contro il partito degli
austriacanti rimasto in Napoli dopo la conquista borbonica. L’Angiola
consta di 300 versi. Ne pubblico la parte che ha più interesse per la
conoscenza della società vichiana. I versi del Vespoli furono già indi¬
cati dallo Schipa, Il regno di Napoli, p. 737.