Full text: Studi Vichiani

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STUDI VICHIANI 
scarsissimo valore. Nel 1771 die' in luce alcuni Pensieri 
sulla poesia1, dedicati all'abate Galiani: al quale diceva 
(salvo, nove anni dopo, nel Vernacchio, a colmarlo di 
vituperii) : « Voi siete un letterato di vivacissimo spirito, di 
sublime ingegno, e di vasta erudizione .... Vedete dunque, 
se io senta qualche cosa avanti nella ragion poetica, ed il 
vostro giudizio mi servirà di perpetua norma ». Ma più 
che a questi Pensieri, in cui pure non mancano buone 
osservazioni sul mutare degli ideali artistici col mutare dei 
secoli, e sui difetti della vuota poesia del tempo, il Serio 
dovè la cattedra di Eloquenza italiana alla stima guada¬ 
gnatasi in Corte con le sue ammirate improvvisazioni, che 
già quell’anno, 1777, gli avevano procacciato la nomina 
di poeta di Corte, nonché l’incarico di rivedere le opere 
teatrali e provvedere ai bisogni poetici del S. Carlo 2. 
Delle ragioni che indussero all’istituzione della nuova 
cattedra letteraria, il Napoli-Signorelli, facendone risalire 
il merito fino a Ferdinando IV, scriveva nel 1798: «Vide 
il nostro Re che la gioventù dedita alla greca e latina elo¬ 
quenza od a svolgere Demostene, Pindaro ed Omero, o 
Tullio, Orazio e Virgilio, riusciva così rozzamente a disvi¬ 
luppare i propri concetti nella materna lingua volgare, 
come si ravvisa singolarmente negl’immensi mucchi 
1 Di cui non conosciamo altro che le prime 12 pp. conservate in 
una Miscellanea (III st., XV, F., 25) della Società storica napoletana. 
2 Intorno alle lotte che dovè sostenere, come revisore teatrale, per 
la riforma del melodramma, vedi B. Croce, I teatri di Napoli, Na¬ 
poli, Pierro, 1891, pp. 575 sgg., 592 sgg., 624 sgg., 733 sgg. — P. Calà 
Ulloa, che non era privo di gusto, né di buon senso scrive : « On peut 
reconnaître encore dans quelques pages de Luigi Serio, plus éloqu2n- 
tes et plus spécieuses que raisonnables, des pensées neuves, et des 
images heureuses à côté des traits les plus hasardés. Il eut le torte 
de semer dans l’arène du palais les fleurs et les ornements de la poésie. 
Ses discours portaient l’empreint d’une éloquence factice et d’un 
goût passager; il avait plus d’imagination que de force d’exprit ». 
Altri, d’ingegno anche inferiore, « se laissaient aller, comme Serio, à 
inonder leur auditoire de fleurs d’une déclamation académique»: Pen¬ 
sées et souvenirs sur la littérature contemporaine du Royaume de Na¬ 
ples, Genève, 1859-60, I, 33-4.
	        
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