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STUDI VICHIANI
nulla mancasse alla perfezione di que¬
sta grande opera, ed alla compiuta
istruzione della gioventù, si disponeva
l’istituzione di una cattedra di storia naturale, di un
orto botanico, di un laboratorio chimico, « e che vi sieno
tutte le macchine per fare le esperienze, e le altre opera¬
zioni corrispondenti ». Tutto ciò nel Palazzo degli Studi.
Si ordinava altresì all’ Ospedale degli Incurabili una
cattedra di ostetricia e la formazione di un teatro anato¬
mico. Infine, si era annunziato l’ordinamento di un Osser¬
vatorio astronomico nella casa del Salvatore.
In questa, che si può dire la riforma universitaria
dell’illuminismo, tra le cattedre nuove comprese nel piano
dell’ Università, troviamo appunto quella di Elo¬
quenza italiana. «Si dee provvedere », è detto
nel Piano, anch'esso del 26 settembre 1777, « col soldo di
ducati 300 » ». E a questa, come alle altre cattedre nuove,
si doveva provvedere per concorso: «Solamente», diceva
il marchese della Sambuca al Demarco nel suo dispaccio,
« solamente, per questa prima volta li maestri delle nuove
cattedre si proporranno al Re da V. S. 111.ma con la mia
intelligenza, per combinarsi colla Riforma fatta ».
Non passarono infatti tre mesi, che il ministro Carlo
Demarco spediva al cappellano maggiore del tempo,
don Matteo Gennaro Testa Piccolomini, arcivescovo di
Cartagine, il seguente dispaccio:
Essendosi fatta presente al Re la rappresentanza di V. S. I.
de’ 19 dello scorso novembre, contenente le terne de’ soggetti
proposti per le nuove cattedre aggiunte all’ Università dei Regi
Studi, S. M. ha scelto per 1’Eloquenza italiana don
Luigi Serio; per la meccanica, p. Nicola Cavallo; per l’Arte
Critica e Diplomatica, il p. don Emanuele Caputo Cassinese;
per la Storia sagra e profana il prete don Francesco Conforto;
1 Arch. Sta. Nap., Scritture cit., voi. 34, f.° 252 b\ De Sariis, p. 52.