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STUDI VICHIANI
Da vari decenni infatti egli era vissuto col suo autore,
non solo come studioso e ammiratore intelligente, ma
quasi come un coetaneo ed amico: raccogliendo libri e
ricordi rari non solo del Vico, ma di quanti ebbero rapporti
con lui, o appartennero in qualunque modo allo stesso
mondo, in cui alla fantasia rievocatrice del Cotugno
piace vedere e amare il suo Vico; leggeva e rileggeva, e
godeva, come amico che torna sempre con piacere a con¬
versare con l’amico; e gli piace rendersi sempre più fa¬
miliare non solo il suo spirito attuale, ma i casi passati
della sua vita, e tutti i particolari, in cui può vagheg¬
giarlo con l’immaginazione. Non giudica, non critica,
non esamina. Tutto ciò che può tornare ad onore del¬
l’amico gli è bene accetto, ancorché contraddica all’ idea
ch'egli se n’ è formato. Il Cotugno plaude di gran cuore
al Vico del Croce. Vico crociano (« come ad alcuno con
giudizio affrettato piacque affermare ») ? — Ma che !
Esso è « la più vasta, profonda, ed il più che si poteva,
completa esposizione delle dottrine del sublime pensa¬
tore la cui anima nessuno seppe più e meglio [del Croce]
comprendere e penetrare ». — E come va allora che il
vostro Vico non è quello del Croce ? Come va, per dirne
una, che voi fate del Gravina, in estetica, un precursore
del Vico; e il Croce invece ha detto che precursore egli
si può dire nel senso che il Vico, riprendendo le medesime
questioni, le risolse in modo perfettamente opposto a
quello del Gravina ? E come non vi siete accorto che,
se il Vico del Croce è il vero Vico, per la vostra tesi bi¬
sognava cercare nel pensiero contemporaneo e anteriore
idee a cui potessero rannodarsi le dottrine estetiche,
gnoseologiche, metafisiche, etiche e storiche, che sono il
Vico del Croce ? — Egli è che il culto del Cotugno pel
Vico non è un culto critico; e però nulla di strano che,
senza andar pel sottile, si fondano in un’ immagine sola
quel Vico che égli è uso a vedere e il Vico esaltato dallo