Full text: Studi Vichiani

VI. IL FIGLIO DI G. B. VICO 
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zioni ed epigrafi: il suo ideale letterario, l’elegante espres¬ 
sione, la frase classica pura: non era andato più oltre. 
Il suo mondo, sempre, quel circolo chiuso de’ professori 
e degli eruditi. Tra i ricordi della sua lunga vita neppure 
un alito di affetti domestici. Si trae un largo respiro, 
svolgendo le sue carte muffite, quando, finalmente, 
s’incontra la seguente lettera, che ci dà al viso quasi un 
soffio d’aria fresca. Una villeggiatura di don Gennaro, 
forse per una cortesia usatagli dal marchese di Campo- 
lattaro. Dalla cui villa immagino Gennaro scrivesse alla 
marchesa : 
Godo immensamente in sentirvi tutti bene: et infinitamente 
ringrazio V. S., il Marchesino e don Andrea della memoria, che 
avete di me; e le dico che desidererei poter meglio meritare le 
cortesie che ricevo. 
Quelle pere che le mandai, furono da me raccolte per terra, 
e come che alla giornata cadono immature, essendone io ora 
incaricato, voglio che V. E. ed il Marchesino le vedano; ed intanto 
le mandai, perché le avesse riposte, avendomi detto Giovanni 
che, accadendo 1’ istesso alle sue, egli le ripone perché col tempo 
vengono alla maturità, sapendo bene che queste pere dJ inverno 
anche si colgono immature, e si ripongono. Io sempre mi dichiaro 
non solo pronto, ma anche ambizioso di ricevere l’onore di tutte 
1’ EE. VV., ma sempre con quella condizione; e desidererei che il 
Marchesino non misurasse me alla sua misura, e che si facesse 
carico della gran disparità della condizione e dello stato suo e 
mio, ed ancora della mia corte compendiosissima; perché una 
brieve anticipazione porta, che, se non posso far quel che devo, 
almeno fo quel che posso. Onde tanto Lui quanto V. E. faccino 
conto di tener qui un fattore di campagna: basta che si diano 
la pena di mandarmi l’ordine, per far conoscere il piacere di 
eseguirlo.... 
Poiché state colla falsa prevenzione che, favorendomi con 
anticipazione, io mi metta in cerimonie (veramente vi feci truovar 
archi e trofei !) per toglier ogni briga, e per aver l'onore [dei] 
vostri favori, fo una solenne dichiarazione, col contentarmi che 
la medesima sia anche ridotta in forma di pubblico istromento 
da potermi esser liquidato in ogni corte e foro, rinunciando ex 
mine prò }line ad ogni eccezione, così dilatoria come perentoria
	        
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