VI. IL FIGLIO DI G. B. VICO
239
zioni ed epigrafi: il suo ideale letterario, l’elegante espres¬
sione, la frase classica pura: non era andato più oltre.
Il suo mondo, sempre, quel circolo chiuso de’ professori
e degli eruditi. Tra i ricordi della sua lunga vita neppure
un alito di affetti domestici. Si trae un largo respiro,
svolgendo le sue carte muffite, quando, finalmente,
s’incontra la seguente lettera, che ci dà al viso quasi un
soffio d’aria fresca. Una villeggiatura di don Gennaro,
forse per una cortesia usatagli dal marchese di Campo-
lattaro. Dalla cui villa immagino Gennaro scrivesse alla
marchesa :
Godo immensamente in sentirvi tutti bene: et infinitamente
ringrazio V. S., il Marchesino e don Andrea della memoria, che
avete di me; e le dico che desidererei poter meglio meritare le
cortesie che ricevo.
Quelle pere che le mandai, furono da me raccolte per terra,
e come che alla giornata cadono immature, essendone io ora
incaricato, voglio che V. E. ed il Marchesino le vedano; ed intanto
le mandai, perché le avesse riposte, avendomi detto Giovanni
che, accadendo 1’ istesso alle sue, egli le ripone perché col tempo
vengono alla maturità, sapendo bene che queste pere dJ inverno
anche si colgono immature, e si ripongono. Io sempre mi dichiaro
non solo pronto, ma anche ambizioso di ricevere l’onore di tutte
1’ EE. VV., ma sempre con quella condizione; e desidererei che il
Marchesino non misurasse me alla sua misura, e che si facesse
carico della gran disparità della condizione e dello stato suo e
mio, ed ancora della mia corte compendiosissima; perché una
brieve anticipazione porta, che, se non posso far quel che devo,
almeno fo quel che posso. Onde tanto Lui quanto V. E. faccino
conto di tener qui un fattore di campagna: basta che si diano
la pena di mandarmi l’ordine, per far conoscere il piacere di
eseguirlo....
Poiché state colla falsa prevenzione che, favorendomi con
anticipazione, io mi metta in cerimonie (veramente vi feci truovar
archi e trofei !) per toglier ogni briga, e per aver l'onore [dei]
vostri favori, fo una solenne dichiarazione, col contentarmi che
la medesima sia anche ridotta in forma di pubblico istromento
da potermi esser liquidato in ogni corte e foro, rinunciando ex
mine prò }line ad ogni eccezione, così dilatoria come perentoria