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STUDI VICHIANI
Un documento rintracciato tra le carte vichiane, con¬
servate tuttavia dagli eredi del marchese Villarosa I, mi
fa propendere a vedere piuttosto l'ultimo dei due ora
nominati nello sciagurato figlio, che addolorò tanto l’animo
paterno. È una Breve nota di ragioni per D. Giov. Battista
di Vico contro la magnifica Caterina Tomaselli, in una
causa che fu trattata, non è detto quando, ma certo negli
anni più tardi della vita del Vico 2 3, innanzi al Sacro Reai
Consiglio. Era morto Ignazio Vico, lasciando una figlia,
a nome Candida; e la vedova, Caterina Tomaselli, soste¬
neva che spettasse a lei l’educazione della bambina, e
dovesse esserne escluso l’avo paterno, richiamandosi a
decisioni analoghe del magistrato 3. L’avvocato del Vico
risponde non essere applicabili tali decisioni al caso pre¬
sente; perché, in una di esse, s’era considerato che il
padre della pupilla era emancipato, e quindi poteva far
testamento e lasciare per tutrice la madre; e s’era anche
avuto riguardo al fatto che la madre era persona pru¬
dente ed onestissima, mentre l’avo paterno odiava la
pupilla. Di un’altra decisione la ragione era stata che
1 Rendo qui le più vive grazie ai signori ing. Tommaso e Vincenzo
De Rosa dei marchesi di Villarosa, i quali hanno gentilmente messe a
mia disposizione le preziose carte vichiane, che già furono del loro
bisavolo C. A. De Rosa marchese di Villarosa, benemerito editore degli
Opuscoli di Vico. Un catalogo di queste carte pubblicò poi il Nicolini
in B. Croce, Secondo supplemento, pp. 35-43.
2 [Infatti la causa ebbe inizio negli ultimi giorni del luglio 1737
(Comunicazione di F. Nicolini)].
3 [Ignazio, che con la moglie e la figliuola Candida (nata il 5 aprile
1731) conviveva col padre, mori il io maggio 1737, lasciando, in un
testamento commoventissimo, la tutela della figlia, coniunctim et non
divisim, al V. e alla Tomaselli, alla quale impose di continuare a vi¬
vere coi suoceri e di prestar loro obbedienza e rispetto. Ma, appena
un paio di mesi dopo (26 luglio 1737), il filosofo fu costretto a cacciar
di casa la nuora. Da che la lite, terminata o sospesa in un primo
momento col trionfo del V. che riuscì, fino alla sua morte, a tener con
sé la nipote; la quale, peraltro, nel giugno 1744, mercé nuovo inter¬
vento della giustizia, fu dalla nonna consegnata alla madre (Comuni¬
cazione di F. Nicolini)].