I. I PROBLEMI DELLA SCOLASTICA
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e assiomi eterni dà prova infine dì avere a sé presente
una luce incommutabile, in cui si affisa nelle verità che
mai non cangiano. In qualche modo pertanto lo spìrito,
come memoria, è eterno, è creativo, è a priori, ed è asso¬
luto. Ma soltanto in qualche modo; perché cotesti attri¬
buti appartengono in proprio a Dio ; e, procedendo nell’/-
tinerario, si fa chiaro in che senso possano riferirsi al¬
l’uomo.
9. Dopo la memoria, c’è. l’operazione intellettiva; dopo
l’esperienza, la logica: termini o concetti, proposi¬
zioni e illazioni. L’intelletto definisce i termini. Ma
definire si può a patto di ridurre il concetto inferiore sotto il
superiore, e questo sotto un nuovo concetto superiore, finché
si arrivi a quel concetto supremo e generalissimo, igno¬
rando il quale non sarà possibile intendere per definizione
gl’ inferiori. Nessuna cosa particolare infatti si può sapere
pienamente, se non si sa definire l’essere per sé. Né questo
si può conoscere, se non ne sono conosciute le condizioni ;
l’uno, il vero, il bene. L’essere poi, potendosi pensare
scemato o completo, imperfetto o perfetto, in potenza o
in atto, condizionato o incondizionato, transeunte o im¬
manente, per altro o per sé, misto a non-essere o puro,
relativo o assoluto, posterius o prius, mutabile o immuta¬
bile, semplice o composto; poiché la conoscenza delle pri¬
vazioni e dei difetti presuppone necessariamente quella
delle posizioni, il nostro intelletto non riesce ad intendere
alcuno degli esseri creati, se non è aiutato dall’ intendi¬
mento di un essere purissimo, attualissimo, completissimo,
assoluto. Il quale è l’essere incondizionato ed eterno, in
cui sono le ragioni di tutti gli enti in quanto enti.
In che modo infatti potrebbe l'intelletto sapere che
un dato essere è un essere difettivo e incompleto, se non
avesse nessuna cognizione dell’essere esente da ogni di¬
fetto ? E così dicasi di tutte le condizioni accennate.