44 K T PROBLEMI DELLA SCOLASTICA
la speranza ricreatrice, senza l’amore che redime dalla
natura. L’amore cristiano non è più filosofia, che è pure
amore, come ammonisce la parola stessa; non è la filo¬
sofia degli antichi: non più la conoscenza dell’essere che è
in sé, fuori di noi e indipendente da noi; anzi la creazione
dell’essere (fiat voluntas tua), o la conoscenza di un essere,
che è in quanto si conosce. Non più lo spettacolo della
vita, ma la celebrazione di essa. E Dio scende in terra e
s'incarna in quanto l’uomo cessa perciò di essere un va¬
gheggiatore platonico del vero mondo, che è Dio, e di¬
venta l’artefice di questo mondo; è cioè esso stesso Dio.
Ecce etimi regnimi Dei intra vos est A Tutta la storia del¬
l’uomo acquista un valore insospettato dagli antichi : il
valore di una vera e propria teogonia.
Di questa umana teogonia, che è 1’ intuizione sostan¬
ziale del cristianesimo, prima che si raggiunga la chiara
coscienza sistematica non c’è bisogno di dire che passe¬
ranno secoli e passeranno millennii. Né sarà d’uopo di¬
chiarare non esser convinzione mia che si sia già perfet¬
tamente conquistata. Tutta l’orientazione della filosofia
moderna segue questo indirizzo; noi, specialmente dopo
Cartesio, dopo Vico, dopo Kant, siamo immersi, se così
posso esprimermi, in questa coscienza del processo spiri¬
tuale come teogonia; ma questo mare in cui navighiamo
è oceano senza lidi, poiché nessun concetto filosofico è
concepibile una volta per sempre. La filosofia scolastica
è ancora oscura visione di questo valore dello spirito; ma
è oppressa tutta sotto la tradizione della filosofia greca,
anche nei mistici come Bonaventura: coi quali non vanno
confusi i mistici tedeschi, autori di una violenta riscossa
antiscolastica dello spirito cristiano. E la preoccupazione,
sotto la quale, in Bonaventura, resta schiacciata l’anima
i Luca, XVII, 21.