Full text: I problemi della scolastica e il pensiero italiano (12)

II. BERNARDINO TELESIO 
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naturali e di se medesimo e del corpo a cui è insito, e senza 
di cui non potrebbe stare. Ma è anche cognizione dello 
spirito integrato e perfezionato dalla sostanza in lui immes¬ 
sa da Dio; ond’è eccitato e spinto di continuo a cercar di 
conoscere anche Dio e gli enti divini o soprannaturali, che 
la scienza non vedrebbe mai nella natura iuxta propria 
principia; poiché quest’anima aggiunta, secondo le espres¬ 
sioni platonizzanti usate in questo luogo dal nostro filosofo 
naturalista, « sapiente per sé non pure delle altre cose, ma 
di Dio stesso e degli enti divini, ossia del proprio padre e 
fattore e delle sostanze a lei cognate (chi invero potrebbe 
dubitarne?), ma quasi cacciata in esilio, in carcere e in 
tenebre, e però orbata d’ogni conoscenza e divenuta insi¬ 
piente, aspira ansiosamente a ritornare alla sua natura e 
perfezione; e finché non l’abbia riacquistata, non può 
non dolersi assai e crucciarsi e dispiacere a se stessa ». 
Sicché lo spirito ha la tendenza a sapere, oltre il suo oggetto 
naturale, anche quest’oggetto trascendente; la cui cogni¬ 
zione, secondo il Telesio, non conferisce alla conservazione 
dello spirito in quanto spirito, né sarebbe mai ricercata 
dallo spirito, se questo non fosse mosso dall’anima creata. 
Semplice tendenza, di certo, perché la cognizione di Dio 
supera di grandissimo tratto le forze proprie dello spirito: 
a cui l’anima fa sentire un bisogno superiore, ma non 
presta la capacità di appagarlo. Di guisa che lo spirito, 
pel concorso di questa sostanza psichica soprannaturale, 
ha un nuovo problema senza una nuova soluzione; aspira 
a speculare anche Dio; ma con la ragione non può assolu¬ 
tamente : « la quale », dice Telesio, « può giungere a spiega¬ 
re, e spiega infatti il mondo tutto; e intende altresì che 
tutte le cose in esso comprese sono state create da un 
Essere sapientissimo, potentissimo e ottimo ». Ma questi 
medesimi attributi non può penetrarli in tutta la loro 
grandezza; ed è lontanissima dal conoscere gli altri. La 
ragione, a guardare il fulgore divino, resta abbagliata e
	        
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