Introduzione
Dietro al chiarore del Rinascimento, sullo sfondo dello
orizzonte, s’addensa ancora la nebbia medievale; e la luce
nascente s’imporpora dei riflessi fumiganti di quella
nebbia, che il sole alto, splendente nel mezzo del cielo,
spazzerà, quando agli albori antelucani sarà successo il
gran giorno dell’età moderna. In quella prima ora le
vecchie idee sono morte; ma, pur morte, rimangono nel
pensiero umano, e l’impediscono e Lopprimono con la
gravezza di ciò che, estraneo alla vita, ne attraversa il
cammino. Le idee nuove, quelle che sono anche oggi la
sostanza del nostro spirito, vengono annunziate, anzi
affermate con la vivacità impetuosa e fremente, con
l’entusiasmo gioioso della giovinezza, che ha per sé l’avve¬
nire, e non sente il passato che si lascia alle spalle. Ma la
loro affermazione per noi è piuttosto un annunzio: manca
lo sviluppo logico, in cui è la vita concreta delle idee,
e manca l’integrazione, che il lembo della verità intrav-
vista raccolga nella coscienza coerente del tutto, dove
ogni parte ha il suo valore organico. E lo sviluppo e l’in¬
tegrazione mancano, perché il nuovo è commisto col
vecchio e ravvolto nella vecchia scorza; e si va innanzi,
come infatti è dei giovani, senza sapere distintamente
che cosa si lascia e che cosa si cerca, e quale il cammino:
portati dall’ istinto della vita, che perverrà più tardi alla
netta coscienza del nuovo in quanto negazione del vec¬