APPENDICE II 377 più chiara e paurosa per la sua anima severamente educata nella fede religiosa e di tempra profondamente mistica. Ma anche i dubbi, gli errori, che più tardi ricorderà 1, degli anni giovanili, erano pungolo a scrutare più addentro nel proprio pensiero; finché non gli parve di trovare in Platone e nei Pla¬ tonici sopra tutto del Rinascimento italiano il fondamento speculativo incrollabile alle sue sante credenze. iv. Nel settembre 1695, il periodo del ritiro cilentano ebbe termine; e Vico tornò a Napoli. Aveva ventisette anni; il padre vecchio; sui fratelli non era da fare assegnamento. Bisognava provvedere alla famiglia, oltre che alla propria persona. Ricerca affannosa di un’occupazione stabile, anche umile. E intanto ripetizioni, anche elementari, mal retribuite e difficili a trovare. Lavori letterari d’occasione (orazioni, sonetti, canzoni) procuravano bensì qualche magra soddi¬ sfazione alla ambizione del giovane ormai maturo, a cui invano autorevoli personaggi cercavano onorato collocamento. Un d’essi non seppe far di meglio che consigliargli di farsi frate. Nel ’97 chiese la carica di segretario del Municipio, che era ufficio, allora, da letterato, poiché si carteggiava in lingua latina. Ma la domanda non fu accolta. Due anni dopo, final¬ mente, concorse alla cattedra universitaria di Eloquenza; e l’ottenne. Lo stipendio però era di 100 ducati l’anno, poco più di 35 lire al mese, oltre gli emolumenti non cospicui pro¬ venienti dai certificati che l’insegnante di quella cattedra rilasciava per l’immatricolazione degli studenti alle varie facoltà. E di cento ducati rimase lo stipendio di Vico, finché nel 1735 una riforma di tutto l’ordinamento universitario 1 Lett. al p. Giacco del 12 ottobre 1720. Per questi errori gio¬ vanili del V. v. Croce, La filos. di G. B. V.3, p. 286 e Intr. a Finetti, Difesa dell’autorità della S. Scrittura contro G. B. V., Bari, 1936; N1- colini, La giovinezza di G. B. V., Bari, 1932, p. 127; A. Corsano, Umanesimo e religione in G. B. V., Bari, 1935, pp. 17-22.