IV
IV INTELLETTO UMANO
i. Vi sono due modi d'intendere la conoscenza, poiché
la conoscenza ha due lati, e come due centri, intorno a
cui si polarizza. È oggetto ed è soggetto: e noi diciamo
conoscenza quella che si conosce e quella con cui si cono¬
sce. Così la conoscenza sensibile, così la conoscenza intel¬
lettuale o razionale; così l'intuizione, così il giudizio;
così sempre che si celebri un atto di coscienza, e qualche
cosa si pone innanzi a un principio conoscitivo, a un sog¬
getto. La coscienza appunto è quest’attività distintrice
dell’ uno, o sintetica a priori, come si dice kantianamente:
la quale fa sì che un soggetto non si ponga senza porre
di contro a sé un oggetto, né si trovi posto un oggetto,
che non presupponga il suo soggetto. LTn termine non può
stare senza l’altro; e son sempre due, stretti da un vin¬
colo indissolubile.
Da questa duplicità di aspetti nasce la possibilità di
guardare nella conoscenza or l’oggetto conosciuto, ora
il soggetto conoscente; ora la verità, la scienza o conte¬
nuto della scienza, nella sua logica e assoluta necessità
interna, ora la mente che con la verità si mette in rela¬
zione e la conosce, e par che possa anche non entrare
in questa relazione, o entrarvi solo parzialmente. Questa
duplice apparenza è confortata da due esperienze, che si
presentano come inoppugnabili: l’errore, che è afferma-
7. — Gkxtii.e, I problemi della scola ubica.