II. LA PRIMA FASE DELLA FILOSOFIA VICHIANA
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Così, nel 1725, il Vico rifiutava le sue orazioni scritte
tra il 1699 e il 1707. Ma sei anni dopo rifiutava non solo
i due libri del Diritto Universale, ma anche, salvo tre
soli capitoli, la prima Scienza Nuova, scrivendo in una
prefazione a una nuova edizione della seconda: «Né
già questo dee sembrare falso a taluni, che noi, non con¬
tenti de’ vantaggiosi giudizi da tali uomini [quali Gio¬
vanni Le Clerc] dati alle nostre opere, dopo le disappruo-
viamo e ne facciamo rifiuto; perché questo è argomento
della somma venerazione e stima che noi facciamo di tali
uomini, anzi che no. Imperciocché i rozzi ed orgogliosi
scrittori sostengono le lor opere anche contro le giuste
accuse e ragionevoli ammende d’altrui; altri, che, per
avventura, sono di cuor picciolo, s’empiono de' favore¬
voli giudizi dati alle loro, e per quelli stessi non più s’av-
vanzano a perfezionarle. Ma a noi le lodi degli uomini
grandi hanno ingrandito l’animo di correggere, supplire
ed anco in miglior forma di cangiar questa nostra » l.
Il Vico, autodidatta, com’egli si compiaceva di affer¬
marsi 2, fu tormentato tutta la vita dall'assillo dei grandi
autodidatti; i quali si trovano quasi d'un tratto, con la
cultura personale e tutta propria raccolta nel loro cervello,
a cozzare con quella dei contemporanei; e mal riescono
ad orientarsi, e con fatica e con pentimenti continui e
smarrimenti penosi s’incamminano per la propria via.
Sempre scontenti di se medesimi, travagliati da un bi¬
sogno incessante di chiarire il proprio pensiero, porre in
termini più netti i loro problemi, trovarne soluzioni più
adeguate: impotenti a guardare con un solo sguardo la
realtà, a volta a volta diversa secondo che la mirano quale
essi avevano imparato per loro conto a vederla, o si pro¬
1 Scienza Nuova, ed. Nicolini, p. io.
2 E forse con una certa esagerazione: cfr. Nicolini, Per la bio¬
grafia di G. B, V., puntata II.