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STUDI VICHIANI
nella mente dello storico. Le idee nei loro tratti salienti,
vissute da diversi spiriti, devono venirvi innanzi vive
insieme coi motivi che le sorressero, articolarsi nelle forme
in cui si concretarono, riflettere una situazione storica:
avere insomma, anch'esse, quella individualità che è
proprietà necessaria del fatto storico. A ciò i titoli dei
libri, come le designazioni generiche e le etichette estrin¬
seche, è ovvio, non giovano. Per meschina che sia, po¬
niamo, la filosofia di un cartesiano d’ Italia, non basterà
dire che egli difendeva Cartesio: bisogna mostrare come
lo difendeva, e perché; quale vita il cartesianismo assu¬
meva in lui, quale propriamente era il suo cartesianismo.
Occorreva, se così può dirsi, che il Maugain esponesse
con un po' più di simpatia storica la materia del suo
dotto studio: perché allora ci saremmo visto innanzi,
non un gran movimento, ma un movimento; non degli
spiriti creatori, ma degli spiriti : quella vita che l’Italia
pensante visse tra la metà del Sei e la metà del Sette¬
cento, l’avremmo pure avuta. Giacché non bisogna di¬
menticare che quella stessa che diciamo morte, è tale
soltanto in un senso relativo; non sarà una vita palese,
appariscente; sarà una vita segreta, torpida, e presso che
invisibile, e pure condizione e momento di quella che fu
dopo la vita più intensa ed evidente; e senza intendere
l’una, non è possibile giungere all’ intendimento dell’altra.
La stasi del periodo studiato dal Maugain non è il pro¬
gresso della creazione, ma è pure progresso, se è prepa¬
razione al progresso che seguirà. Noi infatti non po¬
tremmo intendere 1’ Italia nuova, nutrita dalla cultura
europea compenetrata con la tradizione nostra, quale la
troviamo p. e. nella poesia del Foscolo e nell’ Italia tutta
del tramonto del secolo XVIII e degli albori del seguente,
se la innestassimo immediatamente all’ Italia tutta ita¬
liana, creatrice in filosofia come in arte, maestra ancora
all' Europa tutta, e vivente di una vita spirituale sua,