STUDI VICHIANI
I46
qualche nuovo chiarimento intorno a un punto essen¬
ziale di questa filosofia.
Il Ricardo, a cui il Vico si riferisce, è il gesuita francese
Stefano Dechamps (1613-1701), professore della Sorbona,
confessore del principe di Condé, autore di vari scritti
polemici di teologia, pubblicati anonimi o sotto lo pseu¬
donimo di Antonius Richardus l. Gran diffusione ebbero,
nel fervore della lotta tra giansenisti e gesuiti, la sua
Disputatio theologica de libero arbitrio, qua defenditur cen¬
sura sacrae Facultatis Theol. Parisiensis lata 27 iunii 1560,
et piures novi dogmatis propositiones ab eadem merito
proscribi et S. Augustini aliorum Patrum ac veterum theolo¬
gorum doctrinae adversari demonstratur (1645); di cui una
quarta edizione fu pubblicata a Parigi nel 1646, e una
quinta a Colonia nel 1653; e il grosso in-folio, al quale
il Vico certamente allude, De haeresi Janseniana ab apo¬
stolica sedes merito proscripta, in tre libri, la cui prima
edizione, incompleta, è del 1645, e la seconda del ’541 2.
A documentare la posizione tenuta dal Dechamps meglio
di ogni esposizione possono giovare alcune citazioni te¬
stuali. Basterà limitarsi ai punti più importanti.
Contro l’accusa di pelagianismo, che Martino Chemnitz
aveva mossa ai gesuiti, il Dechamps riferisce la risposta
datagli dal gesuita Andradio, che fu de’ teologi del Con¬
cilio di Trento:
« Et sane, inquiunt, quamvis nos a divina misericordia pen-
deamus; quamvis nihil boni operetur fidelis, quod in illo non
efficiat Deus; quamvis non solum gratia conferatur ut converti
possimus, sed etiam ut convertamur; etsi gratia haec, quae ad
operandum necessaria est et velle facit, non sit quaecumque
inspiratio aut cogitatio sancta, sed efficax Dei operatio: quamvis
1 Backer-Sommervogel, Biblioth. d. écriv. de la Comp. de Jésus,
part. I, t. II, coll. 1863-9. V. anche Sommervogel, Dictionn. des ouvr.
anonymes et pseudon.., Paris, 1884, s. Richardus.
2 Citerò quest’ultima, Lutetiae Paris, Cramoisy, MDCLIV.