Full text: I problemi della scolastica e il pensiero italiano (12)

II. LA VERITÀ 
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que, una triplice potenza spirituale, il cui atto è memo¬ 
ria, intellezione, eiezione. 
La memoria non è la conservazione e riproduzione del 
passato; ma si estende al passato, al presente e al futuro, 
alle cose corporee e alle semplici, alle temporali e alle 
eterne. Abbraccia il ricordo e insieme la percezione del 
presente (susceptio) e la previsione che dal passato induce 
il futuro ; tutta insomma la esperienza, onde si costituisce 
il patrimonio conoscitivo dello spirito. Ma con la espe¬ 
rienza comprende quelle condizioni che ne sono il presup¬ 
posto; e che vanno distinte in due classi : una dei sem¬ 
plici, che sono principii delle quantità continue e delle 
discrete: come il punto, l’istante e l’unità, senza i quali 
è impossibile ritenere (memìnisse) e pensare tutto ciò che ne 
è principiato ; l’altra dei principii delle scienze e di¬ 
gnità (come allora latinamente si dicevano gli assiomi 
e come tornerà a dirli Meo) che sono appunto qualche 
cosa di eterno: dignità e principii innati nel senso appunto 
di Leibniz; quia nunquam palesi sic oblivisci eoruni, cluni 
ratione utatur, quin ea audita approbet et eis assentiat, 
non tanquam de novo percipiat, sed tanquam sibi innata et 
familiaria recognoscat. Tale il principio di contraddizione; 
tale l’assioma che il tutto è maggiore della parte. 
Questa memoria, che all’ ingrosso dunque corrisponde 
alla materia e alla forma dell’esperienza, quale 1’ intende 
Kant, rende immagine della divinità; perché, considerata 
come materia dell’esperienza, ci porge l’effigie dell’eterno, 
« il cui presente indivisibile si estende a tutti i tempi » ; 
considerata come forma, per quelle nozioni semplici, che 
sono i principii delle quantità, ha qualche cosa della pro¬ 
duttività propria di Dio, mostrando di potersi formare 
non solo dall’esterno per le rappresentazioni sensibili, ma 
anche attingendo a una sorgente superiore, a quelle forme 
semplici, che essa ha in sé e che non possono entrare dalle 
porte dei sensi o dalle percezioni sensibili; e per i principii
	        
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