iS LI PROBLEMI DELLA SCOLASTICA
doveva tutta comprendere in sé e lasciar trasparire di
tra le ombre sapienti la materia della dottrina. E però
Dante, nella sua energica personalità, non poteva non
stancarsi ben presto del faticoso tentativo di allegorizzare
le proprie canzoni; e non sentire il bisogno di un’attuazione
più piena di questa nuova poesia virile, a cui aspirava il
suo genio. E Dante interruppe il Convivio; e il fine stesso,
più maturamente concepito, perseguì nella Commedia,
La quale, per altro, dispenserà non soltanto quello che
cade dalla beata mensa, alla quale nel Convivio Dante
non credeva di poter sedere: cioè la pura scienza mondana,
o filosofia; ma lo stesso pan degli angeli, serbato ai pochi:
la teologia. Ammesso per Virgilio alla scuola dell’altissimo
canto, egli verrà condotto nel nobile castello della scienza,
fino ad Aristotele ; ma, infiammato dall’amore infinito della
sua Beatrice, salirà di contemplazione in contemplazione
fino a Dio. La sua poesia si leverà con volo possente dalla
materia d’amore alla dottrina di una somma teologica,
che ai dommi premette i prdeambula fidei, alla scienza
rivelata le arti liberali dovute ai lavoro spontaneo del
pensiero umano.
Avrebbe potuto scrivere una somma teologica, e scrisse
un poema; perché egli era nato poeta, e sentiva la forza
irresistibile del genio interiore, come accennò a Bona-
giunta. Di poesia era vissuto agli anni lieti della giovi¬
nezza, quando il suo mondo era il mondo dei sogni e
dell’amore :
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
Fossimo presi per incantamento,
E messi in un vascel, ch’ad ogni vento
Per mare andasse al voler vostro e mio;
E quivi ragionar sempre d'amore... 1
1 Rime, LII.