LA FILOSOFIA SCOLASTICA IX ITALIA
Alle scuole dei religiosi l’Alighieri aveva anche appreso
che la grandezza dei più famosi poeti dell’antichità non
consiste nel vano ornamento favoloso, ond’essi seppero
rivestire i loro concetti; sì nell'arcana filosofia, che riu¬
scirono a così bellamente insegnare. L'estetica medievale
gli aveva insegnato che il pregio sommo di quell ’Eneide,
che egli sapeva « tutta quanta » z, consiste appunto nella
universale dottrina, di cui Virgilio si dimostra espertis¬
simo. Egli perciò non sdegnerà la poesia; ma la vorrà
pari alla poesia virgiliana, grave di verità e di ammae¬
stramento.
Il Convivio, anteriore forse al De vulvari eloquentia,
certo al De Monarchia, può essere ascritto agli anni tra
il 1307 e il 1309, quando forse fu incominciata anche la
Commedia, e può considerarsi come il momento critico
dello spirito dantesco, il quale, movendo dalla poesia del
dolce stile, si orienta verso la poesia scientifica e filoso¬
fica. Concepita, infatti, la poesia, secondo gl' insegna-
menti di quella cultura chiericale, che prevalse nella
mente di Dante quando il « vento secco » dell’esilio e della
povertà ebbe essiccata in lui ogni vena del vago poetare
giovanile, come strumento o forma di sapere assoluto,
potevano le canzoni prese a commentare nel Convivio
appagare alla lunga il suo nuovo ideale ? Quale dei grandi
poeti dell’antichità aveva sentito il bisogno di dimostrare
con esposizioni allegoriche il verace contenuto della
propria poesia ? E poi, il commento che egli veniva
compilando, per sforzi che facesse, non riusciva, né poteva
riuscire a cavar tutta dalle canzoni quella enciclopedia,
di cui Dante voleva esser dottore; e molta parte entrava
nell’ordito dell’opera come schiarimento e appendice al
commento. Laddove la teoria dell’allegorismo richiedeva
che nel simbolo fosse tutto il simboleggiato ; e l’alta poesia
1 Inf., XX, 114.
1!. — Gentile. I problemi duella scolastica.