II. BERNARDINO TKI.TSTO
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la contraria nella materia, ossia natura agente concreta
nell'unità di sé e della sua contraria.
Da questa e simili incertezze si scorge di sicuro che il
Telesio non aveva la chiara consapevolezza della natura
metafisica de’ suoi principiò né perciò del reale fonda¬
mento, su cui, nel suo pensiero, appoggiavasi quella sua
bonaria satira delle formae stertentes, ossia delle forme che,
secondo Tarisiotelismo, russavano di qua della realtà J.
Non importa: il freddo, come natura agente positiva, ha
questo valore, sostituendosi alla privazione aristotelica.
La natura deve avere nelle sue viscere l'eterna opposizione,
dal cui travaglio si genera la vita in tutte le sue forme.
Questo il naturalismo telesiano; e per questo naturalismo
Bernardino Telesio sta all’avanguardia del Rinascimento,
e può a buon diritto esser detto il migliore di quelli che
per Bacone erano i filosofi moderni; e a ragione possiamo
dire anche noi che accenni all'età moderna.
Accenna, bensì; e resta un uomo del Rinascimento.
La nebbia ondeggia ancora attorno alla luce del suo pen¬
siero. La sua natura, quella natura che ha in se stessa le
ragioni di tutta la sua vita, non riempie tutto il quadro
della coscienza di Telesio. Da una parte di essa e dall’altra
c’è qualche cosa, che non è natura, e che Bernardino non
può cancellare: e sono insieme due termini ciascuno dei
quali accenna all’altro, e si congiungono idealmente e
adombrano e offuscano tutto il quadro, così luminoso a
chi non trascorra a’ suoi margini, ma lo fissi nel mezzo.
Fatta comune agli uomini e ai bruti la ragione, anche
questa, pel Telesio, è un prodotto naturale, una funzione
dello spirito caldo. Con questa ragione non soltanto si
coglie il particolare, ma si confrontano insieme i vari parti¬
colari, si raccolgono in uno le somiglianze, si formano gli
universali: essa unifica il senso e l’intelletto, che Aristo-
1 Vedi De rer. nat., JJ, 1.