I. LA FILOSOFIA SCOLASTICA IX ITALIA
2. Ma, poiché questo stesso concetto di una filosofia
italiana è discutibile e può dar luogo a fraintendimenti
non lievi pel mio modo di considerare la natura della
filosofia e della sua storia, mi sia subito consentita una
dichiarazione.
Vi sono due modi d’intendere la filosofia, che io credo
doversi unificare in un concetto più alto e concreto. Poiché
ora la filosofia si guarda anch’essa dall’esterno, e ora dal-
1’ interno. C’è chi crede di poter intendere il pensiero di
un filosofo, ricercandone gli antecedenti nella sua cultura
e nella sua biografia, ossia nella storia del pensiero ante¬
riore, in quanto essa agì sulla mentalità del filosofo. La
quale, da questo punto di vista, va presa integralmente
nel suo tutto e ne’ suoi particolari, senza scelta ed elimi¬
nazione di sorta ; giacché, a guardare così, deterministi-
camente, il pensiero di un uomo, non c’è nulla che non
si giustifichi e non dimostri la propria ragion d’essere.
C’è invece chi, persuaso che la vera e vivente realtà di
un pensiero consista nell’atto del pensarlo, e nella natura
logica di questo atto, stima che ad intendere una filosofia
convenga primieramente conquistare l’intuizione iniziale
e fondamentale del filosofo per seguirne indi lo svolgi¬
mento interiore al lume della logica eterna, che fu la
legge della costruzione primitiva e dev’essere perciò la
legge della ricostruzione. Il che importa necessariamente
la possibilità di divergenze, e in generale una riflessione
critica e discriminante.
Altrettanto, mutatis mutandis, accade nella storia del¬
l’arte e nella storia della religione : in cui pare egualmente
che ora si guardi alla forma, ora al contenuto; ora allo
spirito come si attacca e quasi si abbarbica al suo mo¬
mento storico, alla cultura del paese e dell’uomo, ora allo
spirito che si celebra nella sua vita immortale, in cui gli
animi di ogni tempo e ogni luogo possono raccogliersi in
uno, trionfando dei limiti della storia empirica. Muor Giove,