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LA FILOSOFIA SCOLASTICA IX ITALIA
E I SUOI PROBLEMI
i. Tra il 1230 e il ’32 Federico II, che la sua giovinezza
aveva passata a Palermo, sede allora fiorentissima di cul¬
tura scientifica, per opera segnatamente degli arabi e dei
greci di Sicilia; Federico II, che nella prima metà di quel
secolo grandeggia come non pure grande assertore della
laicità e nazionalità dello Stato, ma come promotore in¬
signe di arte e di pensiero, fondatore di scuole, mecenate
di studiosi, cultore, egli e i suoi, di ogni più gentile di¬
sciplina, vir inquisitor et sapientiae amator (come si com¬
piacque di dirsi da sé nel prologo a un suo trattato), in¬
viava con una nobilissima lettera alle università italiane
una raccolta di traduzioni latine dal greco e dall’arabo
di opere filosofiche, non ancora note all’ Occidente : com¬
pilationes varie ab Aristotele aliisque philosophis sub Grecis
Arabisque vocabulis antiquitus edite in sermocinalibus et
mathematicis disciplinis', cioè nelle materie logiche, ret-
toriche e grammaticali, e nelle astronomiche e fisiche in
generale.
Nella lettera Magistris et scholaribus Bononiae, — poi
quasi ricopiata dal figlio Manfredi, quando inviò quell’ im¬
portante raccolta allo Studio di Parigi, — Federico scri¬
veva che al fastigio del suo trono ei credeva necessari,
oltre le leggi e le armi, i sussidi della scienza contro i